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Thursday, March 20, 2014

I sogni sulla punta dei piedi

Lo dico subito, sono juventina. Mio padre non e' un gran tifoso, e' un patito di motori e guarda soprattutto la Formula 1, che ormai appassiona tutti in famiglia. La tifosa e' lei, mamma. Ed e' Juventina. I ricordi delle mie partite risalgono ai mondiali di calcio di USA 94'. Non dimentichero' mai la sconfitta con l'Irlanda, arrivare agli ottavi per il rotto della cuffia, vedersi con le valigie in mano fuori dal mondiale. Ma eccolo, LUI, il calciatore piu' atteso e discusso del mondiale. Osannato e criticato, che con una sua magia rimette l'Italia in gioco. LUI e' Roberto Baggio. Trascina una squadra che gioca con il cuore nelle scarpe. L'allenatore Sacchi ingabbia l'Italia in schemi che non sempre funzionano. Un giocatore italiano viene espulso, gli schemi saltano e il cuore fa il resto. Guidati dal "divin codino," i compagni mettono l'anima in campo e volano alto. L'immagine piu' bella, quella che non dimentichero' mai, e' l'abbraccio tra Baggio e Signori dopo un'azione spettacolare che porta l'Italia in vantaggio. Conquistiamo la finale, il mondiale pero' lo vince il Brasile ai calci di rigore. E proprio LUI, Baggio, sbagliera' il tiro finale. Un tiro che  segnera' (a torto) per sempre la sua carriera. Io divento juventina per la disperazione del nonno che oltre a non avere nipoti maschi ha una nipotina juventina! Baggio lascera' la Juve tra mille polemiche e al suo posto conquistera' il numero 10 Alessandro Del Piero. Ma io restero' per sempre una tifosa di Roberto Baggio. Le sue imprese nel Brescia mi ricordavano le partite del cuore di Holly e Benji. "Holly e Benji?", state forse ripetendo stupiti e un po' sarcastici. Si', lo ripeto, le partite di Holly e Benji. Perche' le prime partite che ho visto sono state quelle della New Team. Partite lunghissime, in cui tutti si facevano male, in cui Julian Ross ci metteva il cuore (ma sul serio!), perche' il calcio era soprattutto una passione per cui valeva la pena fare ogni sacrificio. Anche se costoso e doloroso. Quel cartone animato esaltava i sogni giocati sulla punta dei piedi, dove per realizzarli si era disposti a tutto. Quelle partite di cuore dell'Italia in USA 94', mi avevano fatto vedere in una dimensione reale i sogni giocati li', su un prato verde e sotto il cielo azzurro dell'America. Allora non sapevo delle scommesse di Signori e di Buffon, ne' delle partite truccate della Juventus. Ignoravo i signori del calcio, il giro di soldi e la vanita'. Per me c'era solo il palleggiare dei sogni. Ed ecco il mio primo sogno: diventare una giornalista sportiva per raccontare quelle emozioni di ginocchia sbucciate e scarpette consumate. Crescendo i miei sogni hanno preso una forma diversa, ma l'amore per il calcio - quello che si gioca col cuore - non e' mai svanito. Allora io che non ho mai visto il Grande Napoli di Diego Armando Maradona, voglio dire grazie al Napoli di oggi. Un Napoli che e' cresciuto piano piano, che ha risalito la classifica, che e' ritornato in Europa e che io ho iniziato a seguire per caso (e questo merita un altro post). Si', grazie a questo Napoli senza grandi infrastrutture, senza tanti soldi, senza tanti nomi blasonati, che mi ha fatto vedere di nuovo i sogni made in Italy, anzi, made in Sud. In una lettera di qualche anno fa, indirizzata ai giovani, Roberto Baggio ha detto: "Vi assicuro, [che sacrificio] non è una brutta parola. Il sacrificio è l’essenza della vita, la porta per capirne il significato (...) Non credete a ciò che arriva senza sacrificio. Non fidatevi, è un’illusione. Lo sforzo e il duro lavoro costruiscono un ponte tra i sogni e la realtà." Ognuno di noi gioca partite per realizzare i propri sogni in un campo piu' grande, che e' quello della vita. I sogni piu' belli per me sono quelli piu' difficili, piu' agognati, piu' sudati e piu' lunghi da realizzare. Allora grazie Napoli. E' bello vedere i sogni di un'intera' citta' rincorrendo un pallone.

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